In cerealicoltura, tanto le rese quanto i parametri qualitativi della granella raccolta possono essere fortemente influenzati dalle caratteristiche del terreno e dall’andamento meteorologico dell’annata. La concimazione è una delle tecniche colturali più importanti per mettere la pianta nelle migliori condizioni per affrontare annate difficili dal punto di vista termo-pluviometrico, e non solo perché garantisce alla coltura un’adeguata nutrizione.
La concimazione può fare molto di più.
Da un lato, l’applicazione alla semina di prodotti inoculati con microrganismi utili, in particolare funghi micorrizici e batteri PGPR, può favorire lo sviluppo più rapido e “armonico” dell’apparato radicale, anche in condizioni ambientali non del tutto favorevoli, migliorando l’efficienza funzionale delle radici e, in definitiva, l’equilibrio idrico e nutrizionale della pianta.
Dall’altro, la distribuzione in copertura, per via fogliare o radicale, di concimi liquidi ad azione biostimolante e, ancora una volta, inoculati con microrganismi utili, può influire positivamente non solo sullo stato nutrizionale ma anche su quello fitosanitario della pianta.
Affiancando prodotti delle due tipologie in un’unica strategia di concimazione è possibile ottenere risultati in linea con le aspettative anche in annate critiche.
La prova di cui parliamo in questo articolo, eseguita su frumento tenero, lo dimostra.