Focus colture
Giugno 20, 2022

Orticole a ciclo primaverile – estivo: prevenire le infestazioni di Nematodi

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare in un articolo pubblicato qualche settimana fa, i Nematodi rappresentano una preoccupazione tutt’altro che trascurabile in agricoltura. Il settore orticolo, in particolare, si trova spesso a dover fare i conti coi danni provocati da questi parassiti, principalmente da quelli galligeni e cisticoli, che vivono a spese degli apparati radicali, ma anche da specie che vivono a spese degli apparati epigei.

Nematodi: impariamo a (ri)conoscerli

I Nematodi devono il loro nome (di etimologia greca: nema, filo; èidos, aspetto) al loro corpo, nella maggior parte dei casi anguilliforme – vermiforme, dotato all’estremità cefalica (di solito di dimensioni maggiori rispetto a quella caudale, tendenzialmente più appuntita), di un apparato boccale provvisto di stiletto, con cui i Nematodi penetrano i tessuti da cui estraggono nutrimento.

Occorre tuttavia sgombrare subito il campo dall’idea che tutti i Nematodi siano parassiti e quindi potenzialmente dannosi per le piante coltivate.

Dal punto di vista trofico, esistono infatti Nematodi:

  • saprofiti, che si nutrono di sostanze in decomposizione;
  • predatori, che si nutrono di piccoli animali (tra cui insetti dannosi);
  • fitomizi, che si alimentano a spese di tessuti vegetali vivi e di funghi.

I Nematodi fitomizi a loro volta possono essere:

  • ectoparassiti: solo lo stiletto viene introdotto nella pianta ospite all’atto del nutrimento;
  • semiendoparassiti: nella pianta ospite entra la metà anteriore del corpo del Nematode;
  • endoparassiti: tutto il corpo del Nematode si insedia all’interno della pianta ospite.

I Nematodi fitomizi possono inoltre nutrirsi a spese degli organi epigei o dell’apparato radicale. Nel caso specifico delle colture orticole (anche in dipendenza dal fatto che la coltura sia da radice, da foglia o da fusto) in entrambi i casi i danni possono essere degni di attenzione e rendere necessarie tutte le azioni possibili di prevenzione delle infestazioni, nonché adeguati interventi fitosanitari in caso di evidenti attacchi da parte di questi parassiti.

Orticole: quali Nematodi temere?

La porzione epigea di alcune orticole può essere danneggiata da Nematodi appartenenti ai generi Aphelencoides e Ditylenchus, che provocano per esempio deformazioni dei frutti su fragola e arricciamenti fogliari su cipolla.

Molto più temibili sono tuttavia i Nematodi galligeni endoparassiti, in particolare quelli afferenti al genere Meloidogyne, che danneggiano gli apparati radicali di numerose colture orticole, risultando però particolarmente pericolosi per solanacee (patata, pomodoro, melanzana, peperone), cucurbitacee (zucca, zucchino, melone, anguria, cetriolo) e ombrellifere (carota). Molto temuti su patata sono infine i Nematodi cisticoli endoparassiti appartenenti al genere Globodera. I danni diretti da Nematodi galligeni e cisticoli si manifestano con ingiallimenti fogliari, sviluppo stentato degli organi epigei, appassimenti dovuti ad attività radicale ridotta e/o inefficiente, formazione di galle e cisti. Le radici manifestano spesso sviluppo nomalo e, nel caso specifico della carota, possono andare incontro a biforcazione del fittone.

Possibili danni secondari comuni a tutti i Nematodi parassiti sono rappresentati da marciumi ad opera di funghi dei generi Fusarium e Rhizopus, favoriti nel loro insediamento dalle lesioni provocate dai Nematodi, e da virus trasmessi dai Nematodi stessi durante l’attività trofica.

Gestire il terreno per prevenire i Nematodi

La scelta e la corretta gestione del terreno giocano ruoli fondamentali nella prevenzione delle infestazioni di Nematodi nelle colture orticole, insieme alle rotazioni colturali e a tecniche mirate, come la solarizzazione e il sovescio con essenze nematocide. Questo non solo nel caso dei Nematodi terricoli, ma anche di quelli che vivono a spese degli apparati epigei, in quanto anche questi, in assenza di piante ospiti, possono sopravvivere incistati nel terreno per un periodo fino a 3-4 anni.

I Nematodi vivono normalmente nei primi 15 cm di terreno (anche se in caso di infestazione è possibile ritrovarli anche a 1,5 metri di profondità), fatto che consente di affermare che per tutte le colture orticole lo strato esplorato dagli apparati radicali può essere interessato dalla presenza di Nematodi.

L’insediamento e la diffusione dei Nematodi nel terreno sono favoriti, oltre che dalle temperature elevate (motivo per cui le orticole a ciclo primaverile – estivo sono normalmente le più colpite, oltre a quelle coltivate in serra), dagli squilibri idrici e dalla scarsa fertilità biologica del terreno. Un’adeguata dotazione in sostanza organica, agendo positivamente sulle proprietà fisiche del terreno, crea condizioni sfavorevoli ai Nematodi e al contempo favorisce la biodiversità e il proliferare di microrganismi di cui è stata dimostrata l’azione inibente nei confronti dei Nematodi. Tra questi si citano i funghi antagonisti appartenenti ai generi Paecilomyces, Pochonia e Arthrobotys e i batteri Bacillus firmus e Streptomyces avermitilis, ad azione adulticida.

 

Il parassitismo spiegato con l’esempio della suocera

Nel loro “Plant Disease: An Advanced Treatise”, pubblicato nel 1978, James G. Horsfall ed Ellis B. Cowling, così spiegano i possibili rapporti che si instaurano tra piante e altri organismi, dal rapporto di tipo trofico a quello di parassitismo e/o patogenesi: “Vivere in un rapporto commensale con la suocera è una situazione incerta. Se lei è una signora deliziosa che contribuisce economicamente al costo della sua camera e del cibo non lamentandosi mai dei bambini, avete simbiosi mutualistica. Se lei dipende dal vostro reddito e si unisce con la famiglia per i pasti, ma non si lamenta, avete il parassitismo, ma non la patogenesi. Se lei è una fonte costante di irritazione per la famiglia avete patogenesi, sia che lei paghi le spese o no: se paga la sua quota è solo un agente patogeno, se non paga si pone con un atteggiamento di parassitismo e patogenesi”.

 

Agribios consiglia 

La linea Terrapiù by Agribios propone diversi prodotti per l’orticoltura professionale, tutti ammessi in agricoltura biologica, in grado di contrastare lo sviluppo dei Nematodi.

FIRAV R è un concime liquido a base di Bacillus firmus e Streptomyces avermitilis, che esercitano attività adulticida nei confronti dei Nematodi.

NEMAG R è un concime organico liquido che, oltre alla matrice organica ad alto tasso di proteine, contiene funghi dei generi Pochonia e Artrobotrys, con spiccata attività ovo-adulticida nei confronti dei Nematodi.

NEMAKIL 330, con Azoto, Fosforo e Calcio, e NEMAKIL 400, con Azoto, Ferro e Calcio, sono concimi organici che, apportando una frazione organica altamente umificata favoriscono lo sviluppo radicale e l’attività vegetativa, contrastando i danni provocati da eventuali attacchi di Nematodi e al contempo sfavorendone la diffusione nel suolo.

NEMAPLUS è un concime organico in pellet con inoculo di funghi micorrizici. Oltre ad apportare sostanza organica umificata, contiene il fungo Pochonia clamydosporia, ad azione inibente nei confronti dei Nematodi.


Prodotti correlati

Firav R

Concimi liquidi

Nemag R

Concimi con microrganismi utili

Nemakil 330

Concimi organici

Nemaplus

Concimi con microrganismi utili

Agribios Italiana s.r.l.