Piani di concimazione
Marzo 9, 2022

Nematodi galligeni: conoscerli per controllarne la diffusione

Diffusi in tutto il territorio nazionale, possono arrecare danni diretti e indiretti a numerose piante coltivate, arboree ed erbacee, soprattutto in presenza di condizioni predisponenti, come le temperature miti, i terreni sciolti e la scarsità di sostanza organica: i Nematodi galligeni sono temibili parassiti terricoli, il cui controllo si avvantaggia di una buona gestione del terreno, soprattutto in agricoltura biologica.

Cosa sono i Nematodi?

I Nematodi sono animali vermiformi, di piccole dimensioni (variabili da mezzo ad alcuni millimetri), di aspetto e comportamento trofico differente a seconda delle specie. Se infatti in agricoltura destano preoccupazione e necessitano di un’adeguata strategia di prevenzione e lotta i Nematodi parassiti di numerose piante coltivate, esistono anche Nematodi estremamente utili, in agricoltura biologica e integrata, appartenenti ai generi Steinernema e Heterorhabditis, in grado di parassitizzare larve di Coleotteri, Lepidotteri, Ditteri e Imenotteri dannosi.

I Nematodi sono normalmente animali a sessi separati, pur essendo noti casi di partenogenesi ed ermafroditismo. Tra i più temibili per le piante coltivate vi sono i Nematodi appartenenti al genere Meloidogyne, detti “galligeni” in quanto stimolano la formazione di galle sulle radici delle piante attaccate. Dal punto di vista morfologico, gli adulti delle specie appartenenti al genere Meloidogyne presentano un marcato dimorfismo sessuale con femmine piriformi e di colore bianco perlaceo e maschi vermiformi.

I danni provocati da Meloidogyne spp.

I Nematodi del genere Meloidogyne sono endoparassiti, in quanto penetrano nei tessuti dell’ospite – servendosi di enzimi per facilitare la lisi delle pareti cellulari vegetali – nei quali determinano una disorganizzazione delle cellule del parenchima corticale e la produzione di galle, visibili esternamente. Nel loro insieme, queste alterazioni morfologiche sono responsabili di inefficienze nell’assorbimento di acqua ed elementi nutritivi, che portano la pianta a manifestare ingiallimenti fogliari e crescita ridotta. Negli ortaggi da radice, inoltre, si notano biforcazione dei fittoni e anomalo sviluppo di radici secondarie, con forte deprezzamento qualitativo del prodotto. Nelle specie arboree i danni sono maggiori in caso di attacchi a piante giovani.

Meloidogyne, le specie e le colture colpite

Sulla sinistra: pianta di riso con nematodi Sulla destra: pianta di riso sana

Nell’ambito del genere Meloidogyne, sono quattro le specie cui porre attenzione in quanto potenzialmente dannose in agricoltura. Esse presentano una diversa diffusione geografica in Italia: sono presenti da Nord a Sud M. incognita e M. arenaria, mentre si ritrova principalmente al Nord la specie M. hapla; è infine presente principalmente al Sud M. javanica. I danni si rilevano sia in pieno campo che in colture protette.

Se M. icognita e M. javanica provocano danni principalmente alle vite, M. arenaria, M. hapla e M. artiella sono più temibili per i danni arrecati a colture orticole o industriali come pomodoro, carota, peperone, melanzane, patata, zucca, insalate, asparago, fragola, barbabietola, tabacco, ma anche frutticole (kiwi, agrumi) o ornamentali da fiore, come la rosa. Oltre alle succitate quattro specie (le più diffuse in Italia), va segnalata Meloydogine graminicola, a diffusione più limitata e che provoca danni su riso.

Prove eseguite da Agribios nel 2021 in risaie della provincia di Pavia hanno dimostrato l’efficacia di trattamenti con Nemag R, contenente il fungo antagonista Pochonia Clamydosporia, nel favorire il recupero della massa radicale da parte delle piante colpite, con evidenti effetti positivi sulla produzione.

Il ciclo biologico dei Nematodi galligeni

Nelle specie del genere Meloidogyne, le uova originate dalla riproduzione sessuale vengono deposte dalla femmina in una sorta di sacco posto nella parte posteriore del corpo. Dalla loro schiusura si sviluppano larve che hanno già compiuto la prima muta all’interno delle uova stesse e che, a seguito di successive mute, raggiungeranno la fase adulta. Gli adulti sono dotati di uno stiletto per mezzo del quale penetrano i tessuti delle radici della pianta ospite per nutrirsi. Il ciclo completo, in condizioni ottimali, si compie in 3-4 settimane e a seconda della latitudine e della coltura colpita (erbacea o arborea) il numero di generazioni annue può arrivare a 6-7.

Durante l’inverno o comunque in assenza di piante ospiti, le femmine adulte e le larve si incistano ed entrano in una sorta di quiescenza che consente loro di sopravvivere in condizioni avverse per un periodo di tempo fino a tre anni, a profondità variabili nel suolo (anche fino a 150 cm). Tali comportamenti rendono talora difficoltosa l’eliminazione di questi parassiti dai terreni coltivati.

I fattori predisponenti alla diffusione di Meloidogyne

Campo colpito da nematodi

Le condizioni ottimali per lo sviluppo di infestazioni da Nematodi galligeni – che partono sempre in aree localizzate degli appezzamenti, per poi estendersi in caso di mancato controllo – sono costituite da terreni leggeri e sabbiosi (il che giustifica la maggior diffusione in aree costiere), umidi e caratterizzati da scarsa presenza di sostanza organica.

Scarsamente mobili, i Nematodi vengono talora trasportati dal drenaggio, dalle lavorazioni o dall’uomo. I Nematodi amano inoltre temperature mediamente miti, il che fa sì che le infestazioni compaiano tendenzialmente in primavera per scomparire in autunno, con massima presenza tra maggio e settembre.

Controllare i Nematodi galligeni

Il controllo dei Nematodi galligeni si basa sia principalmente su prodotti sistemici a base di Oxamyl o di sostanze di origine naturale come timolo e geraniolo. Molto efficaci si rivelano anche prodotti microbiologici a base di funghi antagonisti – appartenenti ai generi Paecilomyces, Pochonia e Arthrobotrys – oppure di batteri ad attività adulticida, come Bacillus firmus e Streptomyces avermitilis.

Sia in agricoltura integrata che in biologico le pratiche di tipo agronomico risultano tuttavia fondamentali per un efficace controllo dei Nematodi galligeni, in particolare per l’eliminazione delle forme quiescenti dei parassiti o la creazione di condizioni del suolo sfavorevoli al loro sviluppo. Tra le tecniche utili si citano:

  • la messa a dimora di materiale vivaistico certificato e sano;
  • l’uso di portinnesti resistenti o tolleranti;
  • le rotazioni con specie poco sensibili (cereali);
  • la solarizzazione e la vaporizzazione (applicabili principalmente in serra);
  • la coltivazione e il sovescio di piante biocide (brassicacee) o in alternativa la distribuzione di pannelli o pellet di semi di brassicacee;
  • la distruzione di residui di vegetazione infetta;
  • l’eliminazione di ristagni idrici;
  • l’apporto di sostanza organica.

Agribios consiglia

La linea Terrapiù by Agribios prevede tre concimi utili a limitare i danni da Nematodi galligeni e a contrastarne la diffusione nei terreni coltivati, con tre diverse modalità:

  • apportando consorzi microbici in grado di migliorare l’attività radicale della pianta: NEMAG R è un inoculo di funghi micorrizici che, oltre alla matrice organica ad alto tasso di proteine, contiene funghi dei generi Pochonia e Artrobotrys, consorzio di microrganismi con spiccata attività ovo-adulticida;
  • apportando consorzi microbici in grado di solubilizzare i microelementi (B, Fe, Zn) che spingono sull’attività vegetativa della pianta e microrganismi antagonisti: FIRAV R è un prodotto liquido a base di Bacillus firmus e Streptomyces avermitilis, che esercitano attività adulticida;
  • apportando una frazione organica altamente umificata e sostanze aventi azione di contenimento sullo sviluppo dei nematodi terricoli e insetti parassiti (NEMAKIL 330, con Azoto, Fosforo e Calcio; NEMAKIL 400, con Azoto, Ferro e Calcio).

    Campo di riso sano, dopo il trattamento

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Agribios Italiana s.r.l.