Per suolo si intende lo strato più superficiale della crosta terrestre, composto da elementi minerali, sostanza organica, aria, acqua e organismi viventi, le cui caratteristiche lo rendono idoneo a supportare la vita delle piante. La sua profondità può essere estremamente variabile, da poche decine di centimetri a due metri.
L’importanza dell’ampiezza numerica e della composizione delle comunità microbiche che abitano il suolo nel determinarne gli equilibri, la resilienza e la fertilità è un dato di fatto, suffragato da innumerevoli ricerche. La maggior parte di queste ultime, tuttavia, si concentra sugli strati più superficiali del terreno, quelli cioè esplorati dagli apparati radicali delle piante, coltivate e non.
In tempi recenti la ricerca ha messo in evidenza l’utilità di valutare attentamente gli strati più profondi del suolo e il sottosuolo, sia in termini di caratteristiche chimico-fisiche che in termini di composizione del microbiota in essi presente, per comprendere con maggior precisione i cicli dei nutrienti e l’emissione di gas serra da parte dei terreni, in particolare di quelli coltivati.