A seconda della regione geografica in cui ci si trova, l’umidità del suolo può essere più costante o molto variabile, per effetto delle fluttuazioni meteorologiche o della alternanza tra stagioni secche e piovose. Le variazioni di umidità del suolo spesso portano a cambiamenti nell’abbondanza relativa di numerosi taxa batterici e fungini che lo abitano.
Durante i periodi di siccità, il contenuto di acqua nei pori del suolo si riduce drasticamente, influenzando la connessione tra porzioni diverse di terreno. Questa mancanza di connessione si traduce in “isole di risorse” funzionalmente scollegate tra loro, con bassi tassi di decomposizione e respirazione del carbonio organico.
Al contrario, durante le precipitazioni le “isole di risorse” vengono ricollegate tra loro, poiché i pori del suolo si riempiono d’acqua. In essi si generano pertanto condizioni anaerobiche, che favoriscono la metanogenesi e la nitrificazione, con rilascio ed emissione nell’atmosfera di metano e protossido di azoto. Inoltre, la ri-umidificazione del suolo promuove una ripresa intensa dell’attività microbica, che porta a tassi elevati di respirazione e nitrificazione, con un effetto noto come “Birch effect”. Quando, dopo periodi secchi prolungati, si verifica un evento piovoso, si osservano picchi di emissione di CO2 dal suolo: ciò è conseguenza della stimolazione di breve periodo della decomposizione, dovuta alla rapida risposta della biomassa microbica all’aumento di umidità del terreno.
In queste condizioni, molti batteri e funghi subiscono una lisi cellulare, che probabilmente contribuisce all’effetto Birch attraverso la loro decomposizione. Di conseguenza, il migliore apporto di nutrienti e le condizioni anossiche favoriscono la proliferazione di taxa anaerobici, portando a una riduzione della diversità microbica.